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A prima vista la correlazione sembra essere quantomeno particolare.
Come si incrociano questi due temi? Il riferimento mondiale in tema di sostenibilità è rappresentato dall’ambizioso piano d'azione globale noto come Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG).
Come molti sanno, si tratta di 17 obiettivi costituiscono un impegno condiviso per affrontare le sfide più urgenti che l'umanità deve affrontare, tra cui la povertà estrema, l'insicurezza alimentare, la disuguaglianza di genere, il cambiamento climatico e anche la salute e il benessere individuale e collettivo. È proprio grazie a questo obiettivo, il terzo dell’agenda ONU, che alcol e sostenibilità trovano la loro correlazione.
L’alcol è probabilmente la sostanza più utilizzata al mondo.
Per giustificarne socialmente l’uso, si tende a considerare innocuo il consumo moderato. Dal punto di vista strettamente scientifico si tratta di una sostanza tossica, potenzialmente cancerogena, e che può indurre alla dipendenza.
Dosi minime impattano relativamente poco ovviamente, ma non sempre è chiaro quale sia questo minimo. Gli effetti fisici sul fegato sono abbastanza noti. Quello che molti non considerano sono altri tipi di effetti dannosi per la salute.
Lasi ha quindi deciso da alcuni anni di condurre al proprio interno una campagna di sensibilizzazione all’uso dell’alcol, evidenziandone tutti gli effetti nocivi sulla salute, aderendo così al terzo obiettivo dell’agenda ONU.
Mediante cartellonista apposita e iniziative specifiche, sono stati messi in evidenza anche i rischi sulla salute mentale associati al consumo di alcol (possibili disturbi dell’umore, ansia e depressione), così come quelli sulla sicurezza sia in azienda che sulla strada (compromissione della coordinazione motoria, la percezione dei rischi e il giudizio).
Per Lasi la sostenibilità aziendale non riguarda solo gli aspetti ambientali, ma anche il consumo responsabile di bevande alcoliche.